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Bozza:Ordine degli Avvocati di Milano
Ordine degli Avvocati di Milano | |
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Protagonisti | |
Presidente | |
Vicepres. | |
Consiglieri |
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Direttore | Carmelo Ferraro |
Ubicazione | |
Stato | ![]() |
Località | Milano |
Indirizzo | Via Carlo Freguglia, 1 |
Contatti | |
segreteria@ordineavvocatimilano.it | |
Telefono | 02 5492921 |
Sito Web | https://www.ordineavvocatimilano.it |
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L'Ordine degli Avvocati di Milano è una istituzione prevista dalla legge italiana che ha lo scopo di assicurare la qualità del lavoro svolto da avvocati e procuratori legali.
Le persone che svolgono il mestiere di avvocato devono essere iscritte all’albo professionale e all’Ordine degli avvocati, ente pubblico autonomo che sottostà al controllo e alla tutela del Ministero della Giustizia.
L’ordine circondariale forense ha sede presso ogni tribunale. Ha il compito fondamentale di curare la tenuta dell’albo degli avvocati e di una serie di registri, ove devono essere iscritti coloro che svolgono la professione di avvocato. Si dice circondariale perché ha una competenza limitata al circondario del tribunale, ove ha sede.
Cenni storici
L'Ordine degli avvocati e dei procuratori fu istituito in Italia dalla Legge n. 1938 dell'8 giugno 1874. Importanza fondamentale per la nascita dell'Ordine, così come lo conosciamo anche oggi, ebbero il modello francese, diffuso nella Penisola nel periodo napoleonico, e le corporazioni di mestieri, tradizione antica e profondamente radicata nei Comuni.
Avvocati e procuratori nell’Ancient Régime
Due le figure professionali coinvolte nel processo che portò lentamente all’istituzione dell’Ordine all’indomani dell’Unità d’Italia: procuratore e avvocato, secondo una distinzione presente già nel diritto romano, replicata negli Ordinamenti di tutti gli Stati della penisola prima dell’arrivo di Napoleone. Durante l’Anciéme Regime, pur con differenze e sfumature tra gli ordinamenti dei diversi Stati, i procuratori rappresentavano le parti nei processi mentre gli avvocati affrontavano le questioni giuridiche e consigliavano le parti senza tuttavia rappresentarle; questi ultimi erano certamente di gran lunga i più considerati, una vera élite rispettata e potente. Le corporazioni degli avvocati godevano di numerosi privilegi e di una autonomia che si fondava in particolare sul diritto di controllo sui membri e sulla regolamentazione dell’accesso alla professione, attraverso forme che configuravano una sorta di cooptazione. Oltre a particolari qualità morali, l’accesso alla professione avveniva previo titolo universitario della laurea in iure e di un periodo di alcuni anni di pratica forense. Durante il XVIII secolo, e fino all’avvento di Napoleone, l’opera di accentramento amministrativo avviata in alcuni ordinamenti italiani introdusse forme di controllo statale più rigido tanto che le corporazioni di avvocati e procuratori conobbero una sempre più profonda regolamentazione e una progressiva limitazione delle loro prerogative tradizionali.
Il periodo napoleonico
Negli anni della dominazione napoleonica in Italia, le professioni di avvocato e procuratore furono organizzate sulla base dell’ordinamento francese che ripristinò le funzioni di avvocato e procuratore dopo che durante la Rivoluzione erano state di fatto abolite. Fu dunque creato l’Ordine professionale degli avocats con il decreto imperiale del 14 dicembre 1810, provvedimento che segnò una frattura netta con le corporazioni dell’Ancien Régime: non si trattava più di un ordinamento autonomo cui corrispondevano specifici privilegi, ma di una struttura professionale organizzata e inserita nell’ordinamento unitario dello Stato.
La Restaurazione
Dopo il periodo napoleonico, quando gli Ordini degli avvocati e le Camere dei procuratori furono organizzati in tutta Italia sul modello francese, la situazione della legislazione nei vari ordinamenti fu molto eterogenea con alcuni Stati, come quello di Sardegna, in cui ci fu un ritorno all’Ancien Régime.
L’Unificazione d’Italia
Il primo progetto di legge fu presentato al Senato dal Ministro della giustizia Giovanni De Falco nel 186627. La discussione sul progetto fu interrotta più volte nelle legislature seguenti e le professioni di avvocato e di procuratore furono regolate effettivamente in modo uniforme soltanto nel 1874. Il progetto del Ministro della giustizia De Falco era basato sulla riaffermazione della separazione delle professioni di avvocato e di procuratore e sull’impossibilità di cumulare le due funzioni. Dopo un lungo dibattito, il progetto di Legge fu approvato dal Parlamento con l’istituzione dell’ordine degli avvocati e dei procuratori. Il sistema conobbe alcune modifiche successive nel senso di un avvicinamento delle professioni di avvocato e di procuratore e di una autonomia dell’ordine più garantita. Con Legge 24 febbraio 1997, n. 27, è venuta meno la distinzione tra le due professioni.
Protagonisti
A seguito delle elezioni tenute il
(pagina in allestimento)
- Vinicio Nardo, presidente
- Paola Boccardi, vicepresidente
- Nadia Germanà Tascona, consigliera segretario
- Marisa Meroni, consigliera tesoriera
Consiglieri
- Marco Accolla
- Maria Maddalena Arlenghi
- Massimo Audisio
- Alessandro Bastianello
- Cristina Bellini
- Maria Grazia Bosco
- Cinzia Calabrese
- Andrea Del Corno
- Gloria Gatti
- Enrico Giarda
- Antonino La Lumia
- Loredana Leo
- Angelo Leone
- Paola Lovati
- Gabriele Minniti
- Antonio Papi Rossi
- Claudio Santarelli
- Ernesto Sarno
- Ettore Traini
- Giorgio Treglia
- Francesca Maria Zanasi
Presidenti nel dopoguerra
- Vinicio Nardo in carica dal 2019
- Remo Danovi 2015 - 2019
- Paolo Giuggioli 1996 - 2014
- Michele Saponara 1992 - 1996
- Piero Dina 1988 - 1991
- Tiziano Barbetta 1985 - 1987
- Riccardo Lo Russo 1985
- Alberto Dall'Ora 1982 - 1985
- Vinicio Premuroso 1982
- Giuseppe Prisco 1968 - 1982
- Alberto Baseggio 1958 - 1967
- Vermondo Brugnatelli 1955 - 1957
- Edoardo Majno 1946 - 1955
- Ferdinando Targetti 1945 - 1946