CAI Milano: differenze tra le versioni
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}} | }}Il '''CAI Milano''' è la sezione milanese del [[Club Alpino Italiano]] la cui sede si trova oggi in via Duccio di Boninsegna 21/23. | ||
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Dal 1900 al 1945, Il CAI Milano cresce e annovera moltissimi illustri personaggi, tra i quali Giovanni Battista Pirelli, Ulrico Hoepli, Luigi Brioschi, Alberto Vonwiller, il sen. Gaetano Negri. Ma anche Giuseppe Dorn, Riccardo Gerla, Enrico Ghisi, Guido Noseda, Alberto Riva, Federico Tamburini e Giacomo Binaghi e Mario Tedeschi che sarà presidente della sezione tra il 1910 e il 1912. | Dal 1900 al 1945, Il CAI Milano cresce e annovera moltissimi illustri personaggi, tra i quali Giovanni Battista Pirelli, Ulrico Hoepli, Luigi Brioschi, Alberto Vonwiller, il sen. Gaetano Negri. Ma anche Giuseppe Dorn, Riccardo Gerla, Enrico Ghisi, Guido Noseda, Alberto Riva, Federico Tamburini e Giacomo Binaghi e Mario Tedeschi che sarà presidente della sezione tra il 1910 e il 1912. | ||
Nel 1910 la sede si sposta in via Silvio Pellico 6 e nel 1911, grazie a Mario Tedeschi, CAI Milano organizza il primo esperimento di alpinismo di massa in Europa, con la collaborazione degli Alpini e del Corriere della Sera: è l’Escursione nazionale alla Cima di Castello e al ghiacciaio dell’Albigna | Nel 1910 la sede si sposta in via Silvio Pellico 6 e nel 1911, grazie a Mario Tedeschi, CAI Milano organizza il primo esperimento di alpinismo di massa in Europa, con la collaborazione degli Alpini e del Corriere della Sera: è l’Escursione nazionale alla Cima di Castello e al ghiacciaio dell’Albigna. L’anno seguente è la volta dell’escursione al Cervino e al Rosa, nel 1913 il Cadore, nel 1914 il Cevedale. Seguiranno altre importanti imprese come nel 1922 la cima dell’Etna e nel 1923 la Dalmazia. | ||
Nel 1915 scoppia la prima guerra mondiale. Mentre il CAI centrale saluta i colleghi alpinisti che partono in armi, la sezione di Milano conta 1586 soci che saliranno a 1880 alla fine del conflitto. | Nel 1915 scoppia la prima guerra mondiale. Mentre il CAI centrale saluta i colleghi alpinisti che partono in armi, la sezione di Milano conta 1586 soci che saliranno a 1880 alla fine del conflitto. | ||
Dal 1923 la Sezione di Milano ha una propria rivista mensile, distribuita gratuitamente ai soci; sulla testata, gli emblemi del CAI e del Comune di Milano. Tra le iniziative della Sezione per promuovere l’alpinismo fra i milanesi, oltre ai rifugi e ai sentieri vi sono le escursioni patriottiche ai campi di battaglia e l’Attendamento sociale. | Dal 1923 la Sezione di Milano ha una propria rivista mensile, distribuita gratuitamente ai soci; sulla testata, gli emblemi del CAI e del Comune di Milano. Tra le iniziative della Sezione per promuovere l’alpinismo fra i milanesi, oltre ai rifugi e ai sentieri vi sono le escursioni patriottiche ai campi di battaglia e l’Attendamento sociale. | ||
Per ciò che riguarda i sentieri, il CAI Milano, da sempre molto legato alle Grigne, aveva già grandemente facilitato la conoscenza di questo gruppo con l’apertura del sentiero “Cecilia” nel 1912 e della “direttissima” nel 1923 sul versante più accidentato ed interessante della Grigna Meridionale. | Per ciò che riguarda i sentieri, il CAI Milano, da sempre molto legato alle Grigne, aveva già grandemente facilitato la conoscenza di questo gruppo con l’apertura del sentiero “Cecilia” nel 1912 e della “direttissima” nel 1923 sul versante più accidentato ed interessante della Grigna Meridionale. | ||
==La rivoluzione del Ventennio== | ===La rivoluzione del Ventennio=== | ||
Nel 1927 ha inizio una trasformazione del CAI, dettata dagli eventi politici, che durerà a tutto il 1943; il primo passo è il cambiamento del nome da Club Alpino Italiano a Centro Alpinistico Italiano e l’inquadramento del CAI nel CONI, insieme alle federazioni sportive. | Nel 1927 ha inizio una trasformazione del CAI, dettata dagli eventi politici, che durerà a tutto il 1943; il primo passo è il cambiamento del nome da Club Alpino Italiano a Centro Alpinistico Italiano e l’inquadramento del CAI nel CONI, insieme alle federazioni sportive. | ||
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===La rinascita del dopoguerra=== | ===La rinascita del dopoguerra=== | ||
Il dopoguerra, sotto la presidenza del sen. Luigi Davide Grassi, del gruppo “Zeledria”, vede la rinascita delle attività e in primo luogo dei rifugi distrutti. | Il dopoguerra, sotto la presidenza del sen. Luigi Davide Grassi, del gruppo “Zeledria”, vede la rinascita delle attività e in primo luogo dei rifugi distrutti. | ||
Intanto riprendono le scuole e l’attendamento; fin dal 1944 ad opera di Carlo Negri era rinata come sottosezione la SUCAI; si organizzano mostre fotografiche e serate cinematografiche. | Intanto riprendono le scuole e l’attendamento; fin dal 1944 ad opera di Carlo Negri era rinata come sottosezione la SUCAI; si organizzano mostre fotografiche e serate cinematografiche. | ||
La necessità di reperire nuovi fondi per i rifugi fa rilanciare una iniziativa in voga negli anni Trenta: la Veglia danzante del Club Alpino all’Hotel Continental, in occasione del Carnevale. C’è anche un fiorire di serate cinematografiche, di cori e conferenze: all’Angelicum, al Teatro della Basilica, al Teatro delle Erbe, al Gonzaga, al Leone XIII. | La necessità di reperire nuovi fondi per i rifugi fa rilanciare una iniziativa in voga negli anni Trenta: la Veglia danzante del Club Alpino all’Hotel Continental, in occasione del Carnevale. C’è anche un fiorire di serate cinematografiche, di cori e conferenze: all’Angelicum, al Teatro della Basilica, al Teatro delle Erbe, al Gonzaga, al Leone XIII. | ||
Nel gennaio del 1949, Milano vede l’organizzazione della Mostra della montagna, voluta dal GISM (Gruppo italiano scrittori di montagna) e dal CAI Milano stesso. | Nel gennaio del 1949, Milano vede l’organizzazione della Mostra della montagna, voluta dal GISM (Gruppo italiano scrittori di montagna) e dal CAI Milano stesso. | ||
Gli anni Cinquanta segnano intanto la ricostruzione di tutti i rifugi sezionali e il Bollettino del CAI Milano, nuovamente dato alle stampe dopo la parentesi bellica, affidato ai giovani della SUCAI, con Paolo Grünanger e Pietro Meciani, non perde occasione, numero dopo numero, per presentarli ai nuovi soci. | Gli anni Cinquanta segnano intanto la ricostruzione di tutti i rifugi sezionali e il Bollettino del CAI Milano, nuovamente dato alle stampe dopo la parentesi bellica, affidato ai giovani della SUCAI, con Paolo Grünanger e Pietro Meciani, non perde occasione, numero dopo numero, per presentarli ai nuovi soci. | ||
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===Gli anni Duemila segnano un ulteriore sviluppo della Sezione=== | ===Gli anni Duemila segnano un ulteriore sviluppo della Sezione=== | ||
A fianco delle attività sul campo, sia estive che invernali, si rafforzano le iniziative culturali che sono sempre state un fiore all’occhiello della Sezione. Nel 2001 nasce il Coro CAI Milano dall’eredità culturale del Coro Alpino Lombardo. Nel 2002, Anno internazionale delle montagne, la Sezione fa omaggio a tutti i soci del volume “Milano e le sue montagne” che racconta 130 anni di intensi legami fra i milanesi e l’arco alpino. Si realizza poi, grazie a internet, la prima elegante rivista digitale a colori “CaiMilanoNews”. Diretta dal consigliere Piero Carlesi e scaricabile dal sito, racconta le cronache sezionali e recensisce libri di montagna. | A fianco delle attività sul campo, sia estive che invernali, si rafforzano le iniziative culturali che sono sempre state un fiore all’occhiello della Sezione. Nel 2001 nasce il Coro CAI Milano dall’eredità culturale del Coro Alpino Lombardo. Nel 2002, Anno internazionale delle montagne, la Sezione fa omaggio a tutti i soci del volume “Milano e le sue montagne” che racconta 130 anni di intensi legami fra i milanesi e l’arco alpino. Si realizza poi, grazie a internet, la prima elegante rivista digitale a colori “CaiMilanoNews”. Diretta dal consigliere Piero Carlesi e scaricabile dal sito, racconta le cronache sezionali e recensisce libri di montagna. | ||
Si rafforzano inoltre i contatti con le Sezioni consorelle di Monaco di Baviera e di Vienna, grazie ai quali si organizzano settimane di alpinismo e di trekking in estate e in inverno, a cui partecipano soci entusiasti. E’ la bella realtà dell’Ortlerkreis, un’iniziativa che mette in luce la visione internazionale della Sezione di Milano. | Si rafforzano inoltre i contatti con le Sezioni consorelle di Monaco di Baviera e di Vienna, grazie ai quali si organizzano settimane di alpinismo e di trekking in estate e in inverno, a cui partecipano soci entusiasti. E’ la bella realtà dell’Ortlerkreis, un’iniziativa che mette in luce la visione internazionale della Sezione di Milano. | ||
===La cultura alpina=== | ===La cultura alpina=== | ||
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===Il trasloco e la ripartenza=== | ===Il trasloco e la ripartenza=== | ||
Il 2011 è l’ultimo anno passato interamente nella sede affacciata sull’Ottagono della Galleria Vittorio Emanuele, con ingresso da via Silvio Pellico. L’anno prima si erano celebrati i 100 anni di permanenza nella storica sede, con uno speciale Open Day: una giornata intera dedicata ai soci e ai simpatizzanti; con la sezione al centro di numerose iniziative e con il Coro CAI Milano che prima aveva cantato affacciato alle finestre della sede, e poi aveva concluso il suo applaudito concerto nell’Ottagono. | Il 2011 è l’ultimo anno passato interamente nella sede affacciata sull’Ottagono della Galleria Vittorio Emanuele, con ingresso da via Silvio Pellico. L’anno prima si erano celebrati i 100 anni di permanenza nella storica sede, con uno speciale Open Day: una giornata intera dedicata ai soci e ai simpatizzanti; con la sezione al centro di numerose iniziative e con il Coro CAI Milano che prima aveva cantato affacciato alle finestre della sede, e poi aveva concluso il suo applaudito concerto nell’Ottagono. | ||
Il 2012 è l’anno del trasloco forzoso, reso ancora più complesso dall’esigenza di trasferire l’archivio storico e le migliaia di volumi, raccolte iconografiche, riviste e audiovisivi della Biblioteca della Montagna Luigi Gabba. Il Comune richiede affitti insostenibili, che solo attività commerciali di lusso si possono permettere, ma offre la possibilità alla Sezione di traslocare in una palazzina di via Duccio di Boninsegna. Nel corso dell’estate si abbandona a malincuore la storica sede. Si fa di necessità virtù. Il trasloco diventa così occasione di rilancio. La nuova sede, più ampia e spaziosa offre l’occasione per uno scatto d’orgoglio, per molte iniziative intese a riaffermare i valori della nostra storica associazione. Si dà spazio a nuove attività e a corsi che promuovono una conoscenza attiva e consapevole degli ambienti montani. Si collabora con le istituzioni. Si va incontro alla cittadinanza, e in particolare ai giovani, promuovendo iniziative in vari campi: dalla fotografia alla cinematografia, a eventi presso i rifugi. Tutto questo senza mai trascurare, anzi, incrementando, le attività escursionistiche, alpinistiche e gli sport della neve. Il CAI di Milano si conferma così il primo riferimento per chi desidera, in città come in montagna, trovare occasioni per divertirsi, apprendere, sviluppare un genuino contatto con la natura. | Il 2012 è l’anno del trasloco forzoso, reso ancora più complesso dall’esigenza di trasferire l’archivio storico e le migliaia di volumi, raccolte iconografiche, riviste e audiovisivi della Biblioteca della Montagna Luigi Gabba. Il Comune richiede affitti insostenibili, che solo attività commerciali di lusso si possono permettere, ma offre la possibilità alla Sezione di traslocare in una palazzina di via Duccio di Boninsegna. Nel corso dell’estate si abbandona a malincuore la storica sede. Si fa di necessità virtù. Il trasloco diventa così occasione di rilancio. La nuova sede, più ampia e spaziosa offre l’occasione per uno scatto d’orgoglio, per molte iniziative intese a riaffermare i valori della nostra storica associazione. Si dà spazio a nuove attività e a corsi che promuovono una conoscenza attiva e consapevole degli ambienti montani. Si collabora con le istituzioni. Si va incontro alla cittadinanza, e in particolare ai giovani, promuovendo iniziative in vari campi: dalla fotografia alla cinematografia, a eventi presso i rifugi. Tutto questo senza mai trascurare, anzi, incrementando, le attività escursionistiche, alpinistiche e gli sport della neve. Il CAI di Milano si conferma così il primo riferimento per chi desidera, in città come in montagna, trovare occasioni per divertirsi, apprendere, sviluppare un genuino contatto con la natura. | ||
==Protagonisti== | ==Protagonisti== | ||
===Presidente=== | ===Presidente=== | ||
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