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Il periodo tra il 1929 e il 1930 determina per decisione governativa una riforma della struttura del CAI; la Sede centrale è trasferita a Roma e cambia anche il Presidente di Milano, che sarà Gianni Albertini, protagonista di spedizioni artiche. Viene ordinato il ritorno dei membri del Club Alpino Accademico alle proprie sezioni e l’abolizione della SUCAI, con travaso dei soci alpinisti universitari nel GUF - Gruppi Universitari Fascisti, ma con tessera del CAI.
Il periodo tra il 1929 e il 1930 determina per decisione governativa una riforma della struttura del CAI; la Sede centrale è trasferita a Roma e cambia anche il Presidente di Milano, che sarà Gianni Albertini, protagonista di spedizioni artiche. Viene ordinato il ritorno dei membri del Club Alpino Accademico alle proprie sezioni e l’abolizione della SUCAI, con travaso dei soci alpinisti universitari nel GUF - Gruppi Universitari Fascisti, ma con tessera del CAI.
==Le origini della sezione lombarda ==
===Le origini della sezione lombarda===
Milano come capoluogo lombardo diventa il punto di riferimento delle sezioni CAI della regione: per iniziativa della sezione milanese compie di fatto i primi passi quell’organo regionale che poi diventerà il Comitato di coordinamento e il Convegno delle sezioni lombarde.
Milano come capoluogo lombardo diventa il punto di riferimento delle sezioni CAI della regione: per iniziativa della sezione milanese compie di fatto i primi passi quell’organo regionale che poi diventerà il Comitato di coordinamento e il Convegno delle sezioni lombarde.


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Siamo all’alba della Seconda guerra mondiale ma il conflitto non ferma l’attività sezionale, che continua a organizzare la scuola di alpinismo “Agostino Parravicini” a Chiareggio, escursioni e raduni e, nel campo del sociale, raccoglie doni per le popolazioni montane della Valtellina nell’ambito del Natale Alpino. Molti rifugi, nel periodo della resistenza partigiana, sono distrutti in operazioni di polizia dalle truppe nazi-fasciste.
Siamo all’alba della Seconda guerra mondiale ma il conflitto non ferma l’attività sezionale, che continua a organizzare la scuola di alpinismo “Agostino Parravicini” a Chiareggio, escursioni e raduni e, nel campo del sociale, raccoglie doni per le popolazioni montane della Valtellina nell’ambito del Natale Alpino. Molti rifugi, nel periodo della resistenza partigiana, sono distrutti in operazioni di polizia dalle truppe nazi-fasciste.
==La rinascita del dopoguerra==
===La rinascita del dopoguerra===
Il dopoguerra, sotto la presidenza del sen. Luigi Davide Grassi, del gruppo “Zeledria”, vede la rinascita delle attività e in primo luogo dei rifugi distrutti.
Il dopoguerra, sotto la presidenza del sen. Luigi Davide Grassi, del gruppo “Zeledria”, vede la rinascita delle attività e in primo luogo dei rifugi distrutti.
Intanto riprendono le scuole e l’attendamento; fin dal 1944 ad opera di Carlo Negri era rinata come sottosezione la SUCAI; si organizzano mostre fotografiche e serate cinematografiche.  
Intanto riprendono le scuole e l’attendamento; fin dal 1944 ad opera di Carlo Negri era rinata come sottosezione la SUCAI; si organizzano mostre fotografiche e serate cinematografiche.  
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Nel 1954 l’Italia trionfa al K2, la Sezione compie 80 anni ma  è anche l’anno della sciagura alpinistica al Monte Api dove periscono i milanesi Roberto Bignami e Beppe Barenghi e il torinese Giorgio Rosenkrantz. Il 1956 vede la SUCAI una spedizione leggera ai monti dell’Hoggar, nel Sahara sud-algerino, e festeggiare il 50° di fondazione al neonato rifugio Tartaglione-Crispo. Da quell’anno fioriscono le spedizioni extraeuropee, di cui alcune ideate in ambito SUCAI-Scuola Parravicini; continuano le serate, i pranzi sociali, si inaugura la rinnovata biblioteca alla presenza dei consoli di Francia e Svizzera.
Nel 1954 l’Italia trionfa al K2, la Sezione compie 80 anni ma  è anche l’anno della sciagura alpinistica al Monte Api dove periscono i milanesi Roberto Bignami e Beppe Barenghi e il torinese Giorgio Rosenkrantz. Il 1956 vede la SUCAI una spedizione leggera ai monti dell’Hoggar, nel Sahara sud-algerino, e festeggiare il 50° di fondazione al neonato rifugio Tartaglione-Crispo. Da quell’anno fioriscono le spedizioni extraeuropee, di cui alcune ideate in ambito SUCAI-Scuola Parravicini; continuano le serate, i pranzi sociali, si inaugura la rinnovata biblioteca alla presenza dei consoli di Francia e Svizzera.
==Dagli anni Sessanta all’era di internet==
===Dagli anni Sessanta all’era di internet===
Nel 1964 l’amministrazione provinciale di Milano assegna alla sezione la medaglia d’oro per i 90 anni di attività a favore dei cittadini milanesi per la montagna. L’anno successivo nasce la scuola di sci alpinismo “Mario Righini” e Adrio Casati è rieletto Presidente.
Nel 1964 l’amministrazione provinciale di Milano assegna alla sezione la medaglia d’oro per i 90 anni di attività a favore dei cittadini milanesi per la montagna. L’anno successivo nasce la scuola di sci alpinismo “Mario Righini” e Adrio Casati è rieletto Presidente.


Nel 1973, al Conservatorio, il CAI Milano con il coro della SAT festeggia i 100 anni, rivissuti nel discorso ufficiale del Presidente Casati; per celebrarli la sezione organizza una spedizione diretta da Lodovico Gaetani in Perù, alla Cordillera Blanca, che vince il temibile Huascaràn. Giorgio Gualco presenta il libro del centenario da lui curato.
Nel 1973, al Conservatorio, il CAI Milano con il coro della SAT festeggia i 100 anni, rivissuti nel discorso ufficiale del Presidente Casati; per celebrarli la sezione organizza una spedizione diretta da Lodovico Gaetani in Perù, alla Cordillera Blanca, che vince il temibile Huascaràn. Giorgio Gualco presenta il libro del centenario da lui curato.
La sezione accoglie nel 1974-75 una nuova attività, lo sci di fondo escursionistico, praticato con passione dal Gruppo fondisti e insegnato da una nuova scuola.  
La sezione accoglie nel 1974-75 una nuova attività, lo sci di fondo escursionistico, praticato con passione dal Gruppo fondisti e insegnato da una nuova scuola.  
==Gli anni Duemila segnano un ulteriore sviluppo della Sezione==
===Gli anni Duemila segnano un ulteriore sviluppo della Sezione===
A fianco delle attività sul campo, sia estive che invernali, si rafforzano le iniziative culturali che sono sempre state un fiore all’occhiello della Sezione. Nel 2001 nasce il Coro CAI Milano dall’eredità culturale del Coro Alpino Lombardo. Nel 2002, Anno internazionale delle montagne, la Sezione fa omaggio a tutti i soci del volume “Milano e le sue montagne” che racconta 130 anni di intensi legami fra i milanesi e l’arco alpino. Si realizza poi, grazie a internet, la prima elegante rivista digitale a colori “CaiMilanoNews”. Diretta dal consigliere Piero Carlesi e scaricabile dal sito, racconta le cronache sezionali e recensisce libri di montagna.
A fianco delle attività sul campo, sia estive che invernali, si rafforzano le iniziative culturali che sono sempre state un fiore all’occhiello della Sezione. Nel 2001 nasce il Coro CAI Milano dall’eredità culturale del Coro Alpino Lombardo. Nel 2002, Anno internazionale delle montagne, la Sezione fa omaggio a tutti i soci del volume “Milano e le sue montagne” che racconta 130 anni di intensi legami fra i milanesi e l’arco alpino. Si realizza poi, grazie a internet, la prima elegante rivista digitale a colori “CaiMilanoNews”. Diretta dal consigliere Piero Carlesi e scaricabile dal sito, racconta le cronache sezionali e recensisce libri di montagna.
Si rafforzano inoltre i contatti con le Sezioni consorelle di Monaco di Baviera e di Vienna, grazie ai quali si organizzano settimane di alpinismo e di trekking in estate e in inverno, a cui partecipano soci entusiasti. E’ la bella realtà dell’Ortlerkreis, un’iniziativa che mette in luce la visione internazionale della Sezione di Milano.
Si rafforzano inoltre i contatti con le Sezioni consorelle di Monaco di Baviera e di Vienna, grazie ai quali si organizzano settimane di alpinismo e di trekking in estate e in inverno, a cui partecipano soci entusiasti. E’ la bella realtà dell’Ortlerkreis, un’iniziativa che mette in luce la visione internazionale della Sezione di Milano.
==La cultura alpina==
===La cultura alpina===
L’attività culturale in Sezione fiorisce con le mostre d’arte e fotografiche nonché con i cicli annuali di “Parlando di montagna” con ospiti, giornalisti, scrittori e alpinisti che presentano tematiche, saggi, guide, quasi sempre con il patrocinio dell’ala lombarda del Gruppo Italiano Scrittori di Montagna. Artefice di queste iniziative, che attraversano tutto il primo decennio del Duemila, è Marco Tieghi, vicepresidente sezionale. Indimenticabili alcune serate che hanno approfondito personaggi come Papa Achille Ratti, la poetessa milanese Antonia Pozzi e temi come l’archeologia alpina e la cartografia storica delle Alpi grazie ai soci Laura e Giorgio Aliprandi.
L’attività culturale in Sezione fiorisce con le mostre d’arte e fotografiche nonché con i cicli annuali di “Parlando di montagna” con ospiti, giornalisti, scrittori e alpinisti che presentano tematiche, saggi, guide, quasi sempre con il patrocinio dell’ala lombarda del Gruppo Italiano Scrittori di Montagna. Artefice di queste iniziative, che attraversano tutto il primo decennio del Duemila, è Marco Tieghi, vicepresidente sezionale. Indimenticabili alcune serate che hanno approfondito personaggi come Papa Achille Ratti, la poetessa milanese Antonia Pozzi e temi come l’archeologia alpina e la cartografia storica delle Alpi grazie ai soci Laura e Giorgio Aliprandi.
==I rifugi==
===I rifugi===
Sono anni difficili dal punto di vista economico: la crisi mondiale colpisce tutti e per la Sezione il carico economico dei rifugi è ogni anno un problema. Gli investimenti sono non solo necessari, ma obbligatori, per sanare edifici che richiedono una manutenzione costante. Proprio a causa di questi problemi la Commissione rifugi, propone al Consiglio direttivo di privarsi di alcuni gioielli che possono, con la loro vendita, alleviare le sofferenze economiche. Si cedono così il rifugio Luigi Bietti al Grignone, il Giovanni Bertacchi al lago d’Emet, il Tartaglione-Crispo al Pian del Lupo. Anni prima era già stato ceduto il rifugio Zoia a Campo Moro e prima ancora il Del Grande Camerini. Infine, l’ultima impensabile emorragia di rifugi viene da un decreto di attuazione del “pacchetto per l’Alto Adige”: I rifugi, del Ministero della Difesa, e assegnati alla Sezione di Milano dopo la Prima guerra mondiale, passano di proprietà dal Demanio militare dello Stato alla Provincia autonoma di Bolzano. La Sezione li tiene ancora per un anno, poi li perde definitivamente.
Sono anni difficili dal punto di vista economico: la crisi mondiale colpisce tutti e per la Sezione il carico economico dei rifugi è ogni anno un problema. Gli investimenti sono non solo necessari, ma obbligatori, per sanare edifici che richiedono una manutenzione costante. Proprio a causa di questi problemi la Commissione rifugi, propone al Consiglio direttivo di privarsi di alcuni gioielli che possono, con la loro vendita, alleviare le sofferenze economiche. Si cedono così il rifugio Luigi Bietti al Grignone, il Giovanni Bertacchi al lago d’Emet, il Tartaglione-Crispo al Pian del Lupo. Anni prima era già stato ceduto il rifugio Zoia a Campo Moro e prima ancora il Del Grande Camerini. Infine, l’ultima impensabile emorragia di rifugi viene da un decreto di attuazione del “pacchetto per l’Alto Adige”: I rifugi, del Ministero della Difesa, e assegnati alla Sezione di Milano dopo la Prima guerra mondiale, passano di proprietà dal Demanio militare dello Stato alla Provincia autonoma di Bolzano. La Sezione li tiene ancora per un anno, poi li perde definitivamente.
==Il trasloco e la ripartenza==
===Il trasloco e la ripartenza===
Il 2011 è l’ultimo anno passato interamente nella sede affacciata sull’Ottagono della Galleria Vittorio Emanuele, con ingresso da via Silvio Pellico. L’anno prima si erano celebrati i 100 anni di permanenza nella storica sede, con uno speciale Open Day: una giornata intera dedicata ai soci e ai simpatizzanti; con la sezione al centro di numerose iniziative e con il Coro CAI Milano che prima aveva cantato affacciato alle finestre della sede, e poi aveva concluso il suo applaudito concerto nell’Ottagono.  
Il 2011 è l’ultimo anno passato interamente nella sede affacciata sull’Ottagono della Galleria Vittorio Emanuele, con ingresso da via Silvio Pellico. L’anno prima si erano celebrati i 100 anni di permanenza nella storica sede, con uno speciale Open Day: una giornata intera dedicata ai soci e ai simpatizzanti; con la sezione al centro di numerose iniziative e con il Coro CAI Milano che prima aveva cantato affacciato alle finestre della sede, e poi aveva concluso il suo applaudito concerto nell’Ottagono.  
Il 2012 è l’anno del trasloco forzoso, reso ancora più complesso dall’esigenza di trasferire l’archivio storico e le migliaia di volumi, raccolte iconografiche, riviste e audiovisivi della Biblioteca della Montagna Luigi Gabba. Il Comune richiede affitti insostenibili, che solo attività commerciali di lusso si possono permettere, ma offre la possibilità alla Sezione di traslocare in una palazzina di via Duccio di Boninsegna. Nel corso dell’estate si abbandona a malincuore la storica sede. Si fa di necessità virtù. Il trasloco diventa così occasione di rilancio. La nuova sede, più ampia e spaziosa offre l’occasione per uno scatto d’orgoglio, per molte iniziative intese a riaffermare i valori della nostra storica associazione. Si dà spazio a nuove attività e a corsi che promuovono una conoscenza attiva e consapevole degli ambienti montani. Si collabora con le istituzioni. Si va incontro alla cittadinanza, e in particolare ai giovani, promuovendo iniziative in vari campi: dalla fotografia alla cinematografia, a eventi presso i rifugi. Tutto questo senza mai trascurare, anzi, incrementando, le attività escursionistiche, alpinistiche e gli sport della neve. Il CAI di Milano si conferma così il primo riferimento per chi desidera, in città come in montagna, trovare occasioni per divertirsi, apprendere, sviluppare un genuino contatto con la natura.
Il 2012 è l’anno del trasloco forzoso, reso ancora più complesso dall’esigenza di trasferire l’archivio storico e le migliaia di volumi, raccolte iconografiche, riviste e audiovisivi della Biblioteca della Montagna Luigi Gabba. Il Comune richiede affitti insostenibili, che solo attività commerciali di lusso si possono permettere, ma offre la possibilità alla Sezione di traslocare in una palazzina di via Duccio di Boninsegna. Nel corso dell’estate si abbandona a malincuore la storica sede. Si fa di necessità virtù. Il trasloco diventa così occasione di rilancio. La nuova sede, più ampia e spaziosa offre l’occasione per uno scatto d’orgoglio, per molte iniziative intese a riaffermare i valori della nostra storica associazione. Si dà spazio a nuove attività e a corsi che promuovono una conoscenza attiva e consapevole degli ambienti montani. Si collabora con le istituzioni. Si va incontro alla cittadinanza, e in particolare ai giovani, promuovendo iniziative in vari campi: dalla fotografia alla cinematografia, a eventi presso i rifugi. Tutto questo senza mai trascurare, anzi, incrementando, le attività escursionistiche, alpinistiche e gli sport della neve. Il CAI di Milano si conferma così il primo riferimento per chi desidera, in città come in montagna, trovare occasioni per divertirsi, apprendere, sviluppare un genuino contatto con la natura.