Archivio Berni Ferretti/Settembre 20022 "Le Dimissioni dal Gruppo di Forza Italia"

La mia uscita da Forza Italia e il conseguente passaggio al Gruppo Misto del Municipio 1 è il risultato di una scelta ponderata e sofferta nei confronti del partito per cui ho militato convintamente dal novembre del 1993. Decisi difatti, all’alba della Seconda Repubblica, di continuare la mia esperienza politica di liberale seguace delle idee di Luigi Einaudi in un progetto nuovo e aperto alla società civile. Forza Italia era il contenitore politico adatto in grado di far coesistere le migliori culturali liberali, riformiste e garantiste del Paese spazzate via dal giustizialismo di Mani Pulite. A Milano iniziai a collaborare con il Sindaco Gabriele Albertini nella costruzione di un modello sociale e urbanistico per la città, affinché la metropoli milanese divenisse sempre più smart e orientata alla sostenibilità. Purtroppo, col senno del poi, devo riconoscere che quel progetto oggi ha subito una mutazione identitaria irreversibile: la deriva populista e amorale, avvalorata dall’abbraccio mortale con la destra conservatrice ed antieuropea, ha fatto di Forza Italia un partito non più rappresentativo della sua antica constituency liberale. Oltra a fattori squisitamente politici la mia scelta è stata guidata, in secondo luogo, anche da motivazioni di carattere personale. L’estromissione politica che ho subito in questi ultimi anni da un partito sempre più verticistico e chiuso rispetto alle esigenze territoriali, assieme alle battaglie condotte in solitaria sulle tematiche della giustizia, hanno confermato le mie perplessità su un percorso politico che giudico concluso. Nonostante ciò, l’impegno che la mia coscienza mi impone è quello di continuare gli impegni presi con i tanti elettori che, in tutti questi anni, mi hanno concesso la fiducia di rappresentarli nel Consiglio del Municipio 1. Per quel che riguarda il mio avvenire politico deciderò in futuro il da farsi. Il mio intento risiede nel rafforzare l’identità e il perimetro della cultura liberale, oggi troppo dispersa tra mille sigle di partito. Non nascondo che guardo con interesse al progetto di Azione e il fatto che vi sia il coinvolgimento di esponenti liberali amici come Maria Stella Gelmini credo che sia un ottimo segnale per l’equilibrio democratico futuro. Io, in ogni caso, devo rispondere, da liberale, ad un unico imperativo categorico: il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me.