Club Alpino Italiano

Club Alpino Italiano
Identificativi
Data di fondazione 1863
Acronimo CAI
Codice iPA caimi
Codice fiscale 80067550154
Protagonisti
Presidente Antonio Montani
Vicepres. Laura Colombo
Consiglieri Angelo Schena

Ubicazione
Stato Italia Italia
Località Milano
Cap 20124
Indirizzo Via Errico Petrella 19
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Contatti
Email AMMINISTRAZIONE@CAI.IT
Pec AMMINISTRAZIONE@PEC.CAI.IT
Sito Web http://www.cai.it/

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Il Club Alpino Italiano è una libera associazione nazionale che ha lo scopo di promuovere l’alpinismo in ogni sua manifestazione attraverso la conoscenza e lo studio delle montagne, e la difesa del loro ambiente naturale.

Contenuti verificati da Osservatorio Metropolitano di Milano (15/02/2023)

Storia

Il Club viene fondato a Torino il 23 ottobre 1863 da Quintino Stella. L’idea di fondare una società alpinistica nazionale nasce nell’agosto dello stesso anno sul Monviso, in occasione dell’ascensione alla vetta compiuta da Quintino Sella con Paolo e Giacinto di Saint-Robert e Giovanni Barracco.

L’associazione, quarta per ordine di fondazioni delle società alpine europee, vede la luce due anni dopo la proclamazione dell’Unità d’Italia, ed è per questo valorizzata dal suo carattere nazionale che permette al club di espandersi molto facilmente raggiungendo oggi i 306.255 iscritti presso 828 sezioni e sottosezioni sparse su tutto il territorio italiano. Il carattere nazionale del club porta l’associazione ad espandersi sul territorio fondando nel 1868 la sede di Firenze e nel 1871 quella di Napoli. La sezione del CAI Milano nasce il 16 Novembre 1873, dieci anni dopo la fondazione del Club Alpino a Torino.

Il CAI durante i conflitti bellici

Sino alla Prima guerra mondiale il CAI mantiene un ruolo unitario svolgendo attività di diffusione del turismo alpino presso la borghesia, ricerca scientifica, organizzazione di congressi nazionali e gite sociali, pubblicazione di bollettini annuali e riviste mensili e costruzione di rifugi alpini.

Dal 1908 viene promossa l’iniziativa editoriale della Guida dei monti d’Italia che con il volume sulle Alpi Marittime, conta oggi 63 volumi e costituisce la più completa descrizione geografica, geologica, alpinistica del territorio montano d’Italia.

In occasione dell’entrata in guerra dell’Italia contro l’Austria, il Cai sceglie di non rimanere in disparte e nel 1915 il presidente del Cai, senatore Lorenzo Camerano, lancia agli alpinisti italiani invita i soci a dare il loro contributo per aiutare la patria. In oltre 2000 rispondono alla chiamata e molti di più sono gli italiani che si sacrificano su quelle Alpi che rappresentano il baluardo dei sacri confini. In quegli anni l’impegno del club si concretizza principalmente in opere di propaganda, di assistenza e di protezione civile, specialmente in seguito al terribile terremoto che sconvolge la terra d’Abruzzo nel gennaio 1915. Nel primo dopoguerra, grazie anche all’esperienza bellica, cambia anche il profilo dei frequentatori, che da una appartenenza principalmente borghese e alto borghese passa ad una realtà sociale più vasta costituita dalla classe operaia e studentesca, entrando nei circoli operai, nelle scuole, nell’università con l’istituzione della Sucai, Sezione universitaria, nelle istituzioni culturali e nelle associazioni irredentiste.

Con l’avvento del Fascismo, il Cai, nonostante venga inquadrato d’autorità nel Comitato olimpico nazionale italiano e sottoposto al controllo diretto delle gerarchie del governo, riesce a mantenere l’indipendenza della legalità democratica delle proprie istituzioni e deliberazioni, proseguendo nelle attività sociali attraverso escursioni, opere alpine anche a favore delle popolazioni di montagna, rifugi e pubblicazioni. Dal 10 giugno 1940, con l’entrata in guerra dell’Italia accanto all’Asse, l’attività del Cai prosegue, seppur in forma ridotta, sia per la chiamata dei giovani alle armi, sia per le difficoltà di spostamento, sia per le disposizioni governative che ne hanno rivoluzionato la struttura.

Il Dopoguerra

Nel 1943, con la caduta del fascismo il club riacquista la propria completa indipendenza e dal 1944 è impegnato ad operare su due fronti: quello della Resistenza e quello della ricostruzione.

Nel 1954 una spedizione alpinistica organizzata dal Cai porta i colori della patria sulla seconda vetta del mondo, il K2, nel Pakistan, avvenimento di portata mondiale, che risolleva il morale nazionale restituendo fiducia a un popolo militarmente sconfitto e moralmente ferito. Nel 1954 viene costituito ufficialmente il Soccorso alpino, che in seguito assume la denominazione di Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico, con lo scopo di provvedere alla vigilanza e prevenzione degli infortuni, al soccorso degli infortunati o dei pericolanti, e al recupero dei caduti. Da allora il soccorso alpino ha prestato il suo servizio durante alcune delle grandi catastrofi del nostro paese, dal Vajont ai terremoti del Friuli, dell’Irpinia e dell’Abruzzo.

Attività

L’associazione è costituita da soci riuniti liberamente in sezioni, coordinate in raggruppamenti regionali: al 31 dicembre 2020 conta 306.255 soci e socie che partecipano alle attività di 512 sezioni e 316 sottosezioni appartenenti a 21 gruppi regionali, di cui 2 raggruppamenti provinciali (Trentino e Alto Adige).

Il Cai promuove attività finalizzate:

  • alla diffusione della frequentazione della montagna e all’organizzazione di iniziative alpinistiche, escursionistiche e speleologiche, capillarmente diffuse sul territorio nazionale;
  • all’organizzazione ed alla gestione di corsi d’addestramento per le attività alpinistiche, sci-alpinistiche, escursionistiche, speleologiche, naturalistiche volti a promuovere una sicura frequentazione della montagna;
  • alla formazione di 21 diverse figure di titolati tra istruttori, accompagnatori ed operatori, necessarie allo svolgimento delle attività citate;
  • al tracciamento, alla realizzazione e alla manutenzione di sentieri, opere alpine e attrezzature alpinistiche;
  • alla realizzazione, alla manutenzione ed alla gestione dei rifugi alpini e dei bivacchi d’alta quota di proprietà del Club alpino italiano e delle singole sezioni;
  • all’organizzazione, tramite il Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico Cnsas, struttura operativa del Cai, di idonee iniziative tecniche per la vigilanza e la prevenzione degli infortuni nell’esercizio delle attività alpinistiche, escursionistiche e speleologiche, per il soccorso degli infortunati o dei pericolanti e per il recupero dei caduti;
  • alla promozione di attività scientifiche e didattiche per la conoscenza di ogni aspetto dell’ambiente montano nonché di ogni iniziativa idonea alla protezione ed alla valorizzazione dell’ambiente montano nazionale, anche attraverso l’operato di organi tecnici nazionali e territoriali;
  • alla promozione di iniziative di formazione di tipo etico-culturale, di studi dedicati alla diffusione della conoscenza dell’ambiente montano e delle sue genti nei suoi molteplici aspetti, della fotografia e della cinematografia di montagna, della conservazione della cultura alpina;
  • accrescere nella comunità nazionale la consapevolezza del patrimonio naturale e culturale rappresentato dal territorio montano e dell’importanza economica per le popolazioni residenti derivante dall’integrità ambientale a fronte di un turismo aggressivo e spesso devastante.

Altre attività a scopo formativo e comunicativo sono portate avanti tramite istituzioni di carattere nazionale come il Museo nazionale della montagna e la Biblioteca nazionale di Torino, e, in campo scientifico, la Capanna osservatorio Regina Margherita, il rifugio più alto d’Europa punto di riferimento per quanto riguarda i materiali tecnici e l’ambiente.

Protagonisti

Presidente

Il presidente del Club Alpini Italiani è Antonio Montani.

Consiglio direttivo

Presidente: Antonio Montani

Vicepresidente: Laura Colombo

Consiglieri: Angelo Schena

Note

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