Roberto Jonghi Lavarini

Roberto Jonghi Lavarini

Presidente della Zona 3 di Milano
Durata mandato 1997 –
1999
Successore Pietro Viola

Consigliere della Zona 3 di Milano
Durata mandato 1994 –
2006
Gruppo MSI, Alleanza Nazionale, Fiamma Tricolore

Roberto Jonghi Lavarini (Novara, 10 giugno 1972) è un imprenditore ed ex amministratore locale italiano, presidente del movimento Fare Fronte. Storico militante e dirigente della destra sociale, è soprannominato il barone nero..

Contenuti verificati da Osservatorio Metropolitano di Milano (9/2/2018)

Biografia

È sposato con Veronica ed ha tre figlie: Beatrice, Ludovica e Margherita.

Laureato in Scienze Politiche alla Università Statale di Milano, lavora per la storica impresa di famiglia Istituto Ganassini di Ricerche Biochimiche Spa. Per anni si è occupato di gestione di patrimoni immobiliari, locazioni, compravendite e ristrutturazioni edili. Ha avuto esperienze professionali anche di relazioni pubbliche ed istituzionali, organizzazione di eventi, sicurezza ed investigazioni private.

Collabora con diverse testate giornalistiche ed associazioni, culturali e patriottiche. Spesso è invitato, in veste di opinionista, a trasmissioni radiofoniche e televisive.

Studioso di storia, antropologia e geopolitica, è particolarmente appassionato di araldica, tradizioni popolari ed enogastronomia, e si dice molto legato alle radici Walser della propria famiglia.

Attività associative

E’ vice presidente di Aristocrazia Europea e promotore della associazione culturale Grande Milano. Volontario del Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di Malta, si definisce cristiano fedele alla Tradizione.

Attività politica e istituzionale

È storico militante e dirigente della destra sociale (MSI, AN e Fiamma).

È stato, per dodici anni, prima consigliere e quindi presidente di zona a Milano. Oggi è presidente del movimento Fare Fronte, membro della Fondazione Identità e Tradizioni Europee (ITE), del Movimento Internazionale EuroAsiatico e del World National-Conservative Movement (WNCM).

Polemiche

La foto del Duce nell'ufficio di presidente di Zona

Suscitò polemiche, nel settembre 1997, il fatto che nel suo ufficio di presidente del Consiglio di Zona 3 di Milano fosse esposta una fotografia di Benito Mussolini. La questione fu sollevata dal consigliere comunale di Rifondazione comunista Franco Calamida con una interrogazione al sindaco Gabriele Albertini.

Jonghi Lavarini rispose pubblicamente dicendo che si trattava di un calendario storico degli anni '40 con una diversa fotografia d' epoca per ogni mese. "Nei mesi scorsi vi sono state fotografie del re, di parate militari e a settembre c' è quella di Mussolini".- replicò "Non espongo simboli di partito, la foto è un 'pezzo storico' e io il calendario non lo tolgo certo". "La mia è una provocazione, giusta in questo clima di conformismo", affermò sottolineando di far parte del "Comitato per l' abolizione dei reati di opinione" al quale aderivano esponenti di diverse posizioni politiche, di destra come di sinistra.[1]

Il "matrimonio fascista"

Nuove e ancor più accese polemiche, poco tempo dopo, lo investirono per una notizia ripresa anche dalla stampa oltre oceano. Secondo il consigliere comunale di Rifondazione comunista Umberto Gay, che citava come fonte e testimone un addetto di Palazzo Marino, Jonghi Lavarini nella sua veste di pubblico ufficiale avrebbe officiato in municipio una sorta di "matrimonio fascista" con saluti romani e citazioni mussoliniane. Jonghi Lavarini replicò affermando di aver letto una frase di Mussolini che gli sembrava adatta alla situazione e che, fino al momento in cui non svestì la fascia tricolore di delegato del sindaco, non ci furono saluti fascisti. Fu comunque immediatamente sospeso dal suo partito per decisione del presidente di Alleanza Nazionale Gianfranco Fini, che proprio in quei giorni stava preparando uno storico viaggio in Israele. Lamentandosi di non essere neppure ascoltato per portare la sua versione dei fatti, lasciò definitivamente Alleanza nazionale per passare alla Fiamma tricolore di Pino Rauti.

Perso l'appoggio di gran parte della sua maggioranza nel Consiglio di Zona 3, dopo un periodo di incertezze e tatticismi Jonghi Lavarini accettò di dimettersi da presidente avendo appreso che, come da lui auspicato, era stato indicato come suo successore un altro dei consiglieri di A.N., nello specifico Pietro Viola.

Interviste de La Zanzara e delle Iene

Spesso invitato nelle trasmissioni politiche delle televisioni locali per le sue posizioni estremiste e nostalgiche, acquisisce di nuovo una notorietà nazionale quando viene più volte intervistato da Giuseppe Cruciani e Davide Parenzo a La Zanzara su Radio24.

Una delle varie trasmissioni de La Zanzara su Radio24 in cui i conduttori Cruciani e Parenzo polemizzano con Jonghi Lavarini

Una intervista delle Iene su Italia Uno riaccende grandissime polemiche, che culminano con la richiesta di azione penale nei confronti suoi e dei responsabili della trasmissione da parte del presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, che denuncia "deliranti farneticazioni neonaziste" e "chiara apologia di fascismo", sottolineando particolarmente un passaggio nel quale Jonghi Lavarini rispondendo sulla Shoah avrebbe parlato del popolo tedesco come “preciso” e “ben organizzato”.[2].

Intervista messa in onda da Le Iene nel giugno 2014

Jonghi Lavarini replicò, annunciando a sua volta una denuncia verso i responsabili della trasmissione, affermando che “hanno mandato in onda un servizio orrendo e falsificato dove hanno sintetizzato, in pochi minuti, una mia intervista di due ore, cambiando le domande – che non corrispondono alle risposte date – e stravolgendo completamente il reale senso delle mie parole e dei miei ragionamenti. Sono orgogliosamente uomo di destra e sincero estimatore del periodo fascista, ma non sono mai stato antisemita. Anzi, da sempre sono appassionato estimatore di tutte le culture, tradizioni e religioni, oltre che del patriottico e ‘tosto’ popolo di Israele”.[2].

Elezioni 2018

Il suo movimento Fare Fronte si è federato con il partito di Giorgia Meloni e, alle elezioni del 4 marzo 2018, Jonghi Lavarini è stato candidato con Fratelli d'Italia alla Camera dei Deputati nella circoscrizione plurinominale di Milano provincia ovest.

Note

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