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18 marzo, Giornata mondiale del riciclo. Principio base dello sviluppo sostenibile

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Articolo di sabato 18 marzo 2023
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Grd-logo.pngGiornata mondiale del riciclo
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La transizione verso la sostenibilità e la circolarità attraverso azioni individuali e nuovi modelli economici e di produzione

Da sei anni, il 18 marzo si celebra la Giornata mondiale del Riciclo. Perché è così importante? Perché è una buona prassi che può essere seguita sia dai singoli individui sia dalle aziende per favorire la sostenibilità ambientale e i nuovi modelli di economia circolare di cui tanto si parla.

A livello dei singoli individui, come di aziende, il riciclo si concretizza nell’'utilizzare per un tempo più lungo i beni di cui disponiamo, riparando quando necessario, trovando anche altri usi rispetto a quelli iniziali. E quando si arriva alla fine della vita utile, allora è fondamentale smaltirlo in modo corretto, così che le sue componenti possano trovare altri utilizzi nel ciclo economico. Seguendo questo ciclo virtuoso, allungando la vita agli oggetti, si riduce il consumo di risorse per produrne di nuovi (dall’energia all’acqua alle materie prime) si riducono gli scarti e quindi i rifiuti.

Certo, se i prodotti fossero già pensati in quest’ottica, si potrebbero ottenere ancora maggiori risultati. Questo diverso approccio che parte dalla progettazione in ottica di allungamento della vita utile anche attraverso il riciclo è un cambiamento epocale, perché comporto il ripensamento del modello economico al quale siamo abituati, basato su una catena del valore lineare: si inizia con l’estrazione o approvvigionamento di materie prime, che vengono trasformate con processi produttivi alimentati da fonti energetiche tradizionali (cioè da risorse primarie di origine fossile), i beni prodotti vengono venduti, utilizzati dai consumatori e poi buttati quando non interessano o non servono più (non necessariamente quando non funzionano più). Questo modello si può sintetizzare nella formula “take, make, dispose” o prendi, produci, smaltisci. La catena del valore dei modelli lineari ha come obiettivo la produzione e la vendita della maggiore quantità di prodotti possibili Questo modello economico lineare che tanto benessere ha portato, ha avuto e sta avendo un costo enorme, insostenibile per il pianeta. basti pensare che il 15 maggio l’Italia raggiungerà l’'overshoot day, ossia il giorno che segna l’esaurimento delle risorse che la Terra è in grado di rigenerare in un anno, 4 mesi prima rispetto al 1975 e comunque 2 mesi prima della media mondiale. Dal 16 maggio, per fronteggiare le nostre necessità ricorriamo alle risorse che dovrebbero servire per gli anni successivi. E così di anno in anno si erodono le risorse del futuro, anzi si erode il futuro stesso del pianeta.

Per invertire questo tragico percorso oltre a perseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile è necessario adottare modelli economici circolari, che si basano su questi principi: ridurre scarti, rifiuti e inquinamento, riutilizzare i prodotti o le loro parti, recupera, riciclare il rifiuto così che possa diventare risorsa (da qui il termine “materie seconde” rispetto alle materie prime). Fine ultimo: la rigenerazione del pianeta.

L’importanza del riciclo nasce dal presupposto che i rifiuti di qualcuno possano diventare risorsa per qualcun altro. Questa è la simbiosi industriale, ed è la fase che trasforma il processo produttivo da lineare a circolare. E crea nuove filiere produttive nuovi rapporti tra imprese e territori. Certo per aumentare l’efficienza di questo modello, assume grande rilievo la progettazione dei processi produttivi e dei beni da produrre pensando già alle fasi successive che ne consentano il riuso e il riciclo.

Non si tratta di fantascienza, già oggi molte imprese adottano modelli circolare grazie anche alla piattaforma messa a punto dall’ENEA che ha l’obiettivo di facilitare l’attivazione di processi circolari tra le imprese. E le imprese hanno grandi benefici principalmente in termini economici, di competitività e di riduzione del rischio. E il mercato tende a premiare le imprese che fanno questa scelta.

Concludo con una best practice di simbiosi industriale che trovo molto interessante e di ispirazione: i fondi di caffè esausti prodotti dall’industria alimentare vengono recuperati come sottoprodotto e si trasformano in tazzina e piattino per il caffè espresso grazie a Coffeefrom, una start up a vocazione sociale. Già perché nei processi logistici la start up ha inserito soggetti fragili, generando anche impatto sociale. È importante ricordare che l’avventura del riciclo del caffè è nata nel 2015 durante Expo con un progetto di ricerca che puntava a valorizzare gli scarti del caffe prodotti dai bar attraverso l’autoproduzione di funghi. Con la tenacia, la sperimentazione e la crescente competenza tecnica, il salto con il recupero e la trasformazione dei fondi del caffè di origine industriale. E ciliegina sulla torta, tazzina e piattino hanno ottenuto anche un importante riconoscimento entrando nell’ADI Design Index 2022, selezione annuale del miglior design italiano.

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