Brexit 2018: sfide e opportunità per l'Italia e Milano è il titolo di un convengo tenuto il 31 gennaio 2018 presso la Fabbrica del Vapore, organizzato da Milano Vapore.

Brexit 2018: sfide e opportunità per l'Italia e Milano
Convegno
Data31 gennaio 2018
ore 18
LuogoFabbrica del Vapore
Protagonisti
Organizzatori
Saluti introduttivi
  • Andrea Vento, presidente Corte Sconta e CEO V&A Vento e Associati
  • Giampaolo Berni Ferretti
  • Relatori
  • avv. Carlo Cerami,
    CdA Poste Italiane
  • Fabrizio De Pasquale, imprenditore, Consigliere Comunale
  • Federico Punzi, giornalista e co-autore di Brexit. La sfida - Il ritorno delle nazioni e della questione tedesca
  • Leonardo Maisano, inviato speciale e commentatore del Sole 24 Ore a Londra
  • Stefano Maullu, eurodeputato
  • ModeratoriAmb. Sergio Vento, presidente V&A Vento e Associati

    Presentazione

    Uno dei problemi principali negati dalla società Britannica è quello della sempre crescente disuguaglianza. Nel 2012, quasi il 30% della popolazione era sotto lo standard minimo di qualità della vita, il doppio rispetto al 1983, anno della seconda vittoria della Thacher, e cioè prima che l’egemonia culturale neo liberista prendesse definitivamente il sopravvento anche grazie alla clamorosa vittoria dei conservatori.
    Sempre nel 2012, è triplicata, rispetto agli anni Novanta, la quantità di persone che non possono permettersi di riscaldare la propria casa, passando dal 3 al 9%. Il 28% della popolazione è costretto periodicamente a saltare i pasti, una percentuale raddoppiata rispetto a quella degli anni novanta.
    Queste cifre fanno il paio con una ricerca del 2010, secondo cui oltre il 20% dei cittadini britannici è impiegato in lavori sottopagati.
    Tutto questo mentre un altro dato ci informa che negli stessi anni, l’1% della popolazione inglese ha visto crescere la sua ricchezza del 450%.
    Un altro grave problema è rappresentato dal fatto che uno dei più celebri provvedimenti della Thacher è stato quello di alienare gran parte del patrimonio immobiliare degli istituti delle case popolari di tutta la Gran Bretagnia. Questo ha dato per alcuni anni la possibilità a milioni di cittadini di acquistare una casa. Purtroppo però a quest’alienazione non sono seguiti piani per la costruzione di nuove abitazioni, né tantomeno di ristrutturazione del patrimonio esistente.
    Così si è creato un circolo vizioso per il quale sempre meno cittadini, compresi i lavoratori con stipendi sotto la soglia di povertà, possono aspirare a una casa popolare, che sarebbe comunque in pessime condizioni. Una spirale pericolosa, che mette in competizione i più poveri, in “lotta” tra loro nella speranza di ottenere un tetto. Una competizione che crea attriti tra cittadini britannici e immigrati, in cui il tema di porre un limite all’immigrazione perché “gli immigrati ci rubano il posto e la casa” ha ingrossato enormemente le fila del leave.
    Insomma tutte le componenti di una miscela esplosiva erano poste alla base della società Brittannica, nel 2012 quando Cameron nel 2012, cominciò a paventare una consultazione popolare sull’Unione Europea. Come dire, come hanno detto: “David Cameron, come il classico apprendista stregone, che scatena forze che non è poi in gradi né di reprimere né di guidare”.
    Fatto sta che vinse il Leave. Questa decisione ha sconvolto una gran fetta dell’economia britannica ed apre incerti scenari dagli esiti incerti. Quale strada prenderà il governo britannico? Una hard Brexit, con la conseguente interruzione di tutti i rapporti con l’UE, dall’accesso al mercato unico, alla sospensione della libera circolazione per i cittadini europei? Oppure una soft Brexit, con il tentativo di ottenere un accordo simile a quello siglato dalla Norvegia?. Ma ancora e di più: “ Se quel voto è stato il frutto di troppi anni di austerità dei governi Britannici a partire dai primi anni ’80, in un momento in cui necessariamente l’UE, dovrà ripensarsi, rilanciarci o cessare di esistere, riuscirà domani, come istituzione ripensata e rinnovata, ad evitare che si generino le condizioni per il nascere dei germi della dissoluzione?.

    Giampaolo Berni Ferretti

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