Finalmente a Milano una via per Ersilia Bronzini Majno! Una role model ante litteram

Articolo di lunedì 20 febbraio 2023
Protagonisti
Ersilia Bronzini in Majno
Autrice
Laura Bajardelli
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Il giusto riconoscimento a una delle personalità più carismatiche del primo ‘900, milanese e italiano, che si è battuta per i diritti delle donne e dei minori

Era nell’aria da qualche mese e finalmente il 17 febbraio 2023 c’è stata l’inaugurazione del controviale Ersilia Bronzini in Majno, per l’esattezza si tratta di un “Passaggio”, giusto riconoscimento nella toponomastica cittadina a questa figura carismatica del panorama politico, culturale e sociale, milanese e italiano. In molti si sono spesi per questo riconoscimento, dallo storico Presidente della Fondazione Asilo Mariuccia, Gen. Camillo de Milato all’Unione Femminile Nazionale, all’Associazione Toponomastica Femminile. Certo, nel 2015 il Comune di Milano ha iscritto Ersilia Bronzini nel famedio del Cimitero Monumentale, però mancava ancora la toponomastica per completare il puzzle, anche perché a Roma via Ersilia Bronzini c’è da tempo.

Perché tanto clamore? Chi era Ersilia Bronzini? In primis, ai più è conosciuta con il cognome del marito, secondo le consuetudini dell’epoca, il noto avvocato Luigi Majno, detto “l'avocatt di poveritt”.

Ecco chi era: una personalità complessa e poliedrica che seppe mettere in moto idee e proposte molto innovative e spesso anticipatorie, si è battuta tutta la vita per i diritti delle donne e dei bambini. Il suo nome è oggi ricordato e legato indissolubilmente all’Unione Femminile e soprattutto all’Asilo Mariuccia.

Nei 5 cinque anni in cui sono stata nel Consiglio di Amministrazione della Fondazione Asilo Mariuccia ho avuto la possibilità di approfondire la sua figura storica, il suo operato e la sua attualità; ho pensato quindi di tratteggiare ciò che più mi è rimasto impresso della sua lunga e densa biografia.

Formazione da autodidatta

A causa di un rovescio economico della sua famiglia di origine, dopo le scuole primarie si è formata da autodidatta, studiando soprattutto lingue, letteratura, storia e filosofia con il supporto del fratello Arturo. Tanto brava da distinguersi anche in ambito giornalistico: nel 1901 fonda il periodico "Unione femminile” dedicato agli approfondimenti teorici sulle tematiche sociali

I diritti delle donne lavoratrici

Definita “benemerita della medicina del lavoro” per la sua grande conoscenza e preparazione sulle condizioni di lavoro delle donne, è stata tra le più attive promotrici di una legge per la tutela della gravidanza e della maternità delle lavoratrici e per l'attivazione delle Casse di maternità formulando proposte precise e concrete in congressi nazionali e internazionali

Co-Fondatrice dell’Unione femminile nazionale

Nel 1899 ha co-fondato insieme ad altre attiviste del movimento di emancipazione femminile l‘Unione femminile (poi Unione femminile nazionale) per la promozione della parità attraverso il riconoscimento dei diritti sociali, civili e politici. Si è dedicata soprattutto nella creazione di servizi sociali, indispensabili per rispondere a un bisogno inascoltato. Queste esperienze dirette di assistenza, le fecero maturare il concetto noto come “femminismo pratico milanese”: se era importante offrire alle donne in difficoltà un sostegno materiale, ancora di più lo era educarle a cambiare il proprio destino, e aprirle ad una nuova visione di sé, più consapevole ed autonoma, come donne, come madri, e come lavoratrici.

«Assistere quelle donne, farle rialzare dalle tenebre della vita, è rialzare la dignità conculcata del nostro sesso.» (Ersilia Bronzini Majno) 

E sempre all'interno dell'Unione nel 1901 si costituì la sezione milanese del "Comitato contro la tratta delle bianche", che si batteva contro la prostituzione. In seguito a studi e indagini condotti sul fenomeno, alcuni membri del comitato ebbero l'idea di creare un luogo che potesse accogliere, senza vincoli burocratici e senza distinzioni, un rifugio, un asilo.

Il Tribunale dei minorenni

All'inizio del ventesimo secolo si è battuta insieme al marito Luigi Majno per la riforma del trattamento dei minorenni che commettono reati, fino all'introduzione anche in Italia dei Tribunali dei minorenni e del "sistema di prova".

Prima donna consigliere di amministrazione in Italia

Nel 1900 fu la prima donna in Italia a ricoprire la carica di consigliere d’amministrazione, nello specifico presso l’Ospedale Maggiore di Milano poiché la legge Crispi sulle Opere Pie del 1890 ammetteva le donne solo presso ospedali, orfanotrofi ed istituzioni analoghe.

L’Asilo Mariuccia

“Trasformiamo la sofferenza e il disagio in dignità e lavoro” e “alla carità che dona deve sostituirsi l’assistenza che studia” sono due principi ispiratori della missione dell’Asilo Mariuccia. L’ente viene inaugurato nel 1902 per accogliere, osservare e recuperare bambine e adolescenti vittime di violenze sessuali, alcune già avviate alla prostituzione, altre vacillanti. È nato per volontà di Ersilia Bronzini Majno e di alcune donne dell’Unione Femminile, ed è dedicato alla memoria di Maria, detta Mariuccia, figlia minore di Ersilia, morta di difterite a 13 anni. Ersilia lo ha diretto fino alla morte, avvenuta nel 1993. Non un’opera meramente filantropica, ma una ‘casa’ come luogo che sappia fornire un “addestramento all’emancipazione” di persone che, per storia, condizione sociale e cultura, sono esclusi da ogni reale possibilità di riscatto. Secondo lo spirito dei fondatori, lo scopo ancora oggi è promuovere attraverso percorsi di accoglienza residenziale e progetti personalizzati di formazione e lavoro, la crescita, l’autonomia e il benessere fisico e psicologico dei minori e delle mamme accolte, mirando alla loro integrazione sociale e all’inserimento lavorativo.

I murales del quartiere Ortica

Nel 2018 nel museo a cielo aperto “Ortica Memoria” di Milano è stato inaugurato il mural dedicato alle donne che hanno fatto grande il 900: Ersilia Bronzini Majno, Camilla Cederna, Anna Kuliscioff, Alda Merini, Antonia Pozzi, Alessandrina Ravizza, Maria Maddalena Rossi, Liliana Segre. Certo a Ersilia Bronzini sono stati dedicati molti approfondimenti, libri e tesi di laurea, ho voluto ricordare il mural perché è una forma di comunicazione “pop”, molto attuale e molto amata dai giovani

Il lascito forse più duraturo di questa persona straordinaria è stato affiancare – se non sostituire del tutto, all’“assistenza riparatrice” – cioè a quella “carità che dona”, un approccio moderno, scientifico nello studiare i problemi, intervenire sulle cause per prevenire i mali futuri, offrendo strumenti di crescita, autonomia e innovazione sociale E questo ha anche comportato la professionalizzazione del lavoro nel sociale.

Prima di concludere, torno sulla questione della toponomastica femminile: è importante per creare dei “Role Model”, ossia dei modelli di riferimento ai quali ispirarsi nella vita. Ersilia è tuttora una role model: concreta, determinata, si è rialzata dalle sciagure che l’hanno colpita dedicandosi con ancora più amore e tenacia al benessere dei più fragili.

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